Contributo I

SANTUARIO BASILICA N.S. DEL RIMEDIO – ORISTANO

ETERNA E’ LA SUA MISERICODIA

CELEBRIAMO IL GIUBILEO DeLLA MISERICORDIA

Giubileo della Misericordia

Il Giubileo della Misericordia è stato inaugurato da Papa Francesco l’8 dicembre, solennità dell’Immacolata e 50° anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II. Il Concilio è stato per la Chiesa e per il mondo come una nuova Pentecoste: lo Spirito Santo, con soffio potente, ha spinto la Chiesa, che era come bloccata nelle secche delle storia, a uscire verso il mondo e portare, con linguaggio e stile di vita nuovi, il Vangelo della salvezza.

Il Giubileo viene dall’esperienza del popolo ebraico (Lev 25,10). Ogni 50 anni il popolo godeva di un anno particolarmente importante. Era un anno di riposo, teso a ristabilire nella comunità dei figli d’Israele la giustizia, cioè rapporti veri con Dio e i fratelli.

In quell’anno si lasciava riposare la terra, casa comune piena di meraviglie creata da Dio: non si seminava, non si mieteva né si vendemmiava. Per un anno ci si cibava dei frutti spontanei della terra; tutti senza distinzione, poveri e anche stranieri, potevano raccogliere ringraziando Dio. In quell’anno gli schiavi venivano liberati e i debiti condonati, cioè dimenticati, proprio come se fossero stati pagati. Ogni israelita rientrava in possesso della terra dei suoi padri, se eventualmente l’avessero venduta o persa cadendo in schiavitù. La terra, infatti, appartiene a Dio e Dio l’aveva data agli israeliti, riscattati dalla schiavitù dell’Egitto.

L’anno giubilare segnava così la liberazione di tutti gli abitanti dai tanti bisogni, dalle ingiustizie e dalle varie schiavitù materiali e morali.

L’annuncio di questo anno particolarissimo veniva dato al popolo con il suono del corno di montone, animale che in ebraico si chiama jobel, da cui viene il nome Giubileo.

All’ideale del giubileo fa riferimento Gesù nell’annuncio programmatico fatto a Nazareth, quando, prendendo la parola nella sinagoga, proclamò le parole del profeta Isaia: Dio, il Signore, ha mandato il suo spirito su di me; egli mi ha scelto per portare il lieto annuncio ai poveri, per curare chi ha il cuore spezzato, per proclamare la liberazione dei deportati, la scarcerazione dei prigionieri. Mi ha mandato a confortare quelli che soffrono e promulgare l’anno di misericordia del Signore (Is 61,1-2). E concluse: Oggi si avvera per voi, che mi ascoltate, questa profezia! (Lc 4,21). Annunciava così che Lui era il Messia atteso e che in Lui si realizza “il giorno della Salvezza”, il “giubileo del Signore”. Gesù ha così inaugurato “l’anno di grazia del Signore” e dato inizio al “tempo favorevole”. Con Lui è scattata l’ora della misericordia di Dio. In Lui e con Lui, Dio-con-noi, è possibile la liberazione da ogni forma di schiavitù e la costruzione di una nuova umanità.

Il primo Giubileo cristiano è stato celebrato nel 1300: a volerlo fu Papa Bonifacio VIII, da allora ne sono stati celebrati 112, fra ordinari (26) e straordinari (86). L’attuale, della Misericordia, è il 113, anche questo straordinario.

Perché il Giubileo della Misericordia?

Papa Francesco ha fortemente voluto questo Giubileo. Due, in particolare i motivi: 1° perché arriviamo tutti – iniziando da noi credenti – a conoscere e capire veramente chi è Dio e, 2° perché la Chiesa ha bisogno di questo anno di misericordia.

Conoscere Dio. Abitualmente lo definiamo “Onnipotente”, dimenticando o passando in secondo ordine che Dio, prima di tutto, è Padre. Padre paziente e misericordioso. Egli ama manifestare la sua onnipotenza specialmente con la misericordia e il perdono. Il Salmo 103 così descrive l’agire di Dio nei confronti di ogni uomo: Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue ferite, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. La misericordia è la caratteristica essenziale di Dio. Dio nessuno l’ha mai visto: la misericordia ce ne dà un’idea concreta e viva, ne mostra il volto, ci fa toccare con mano la sua paternità. Egli non si limita ad affermare il suo amore, ma lo rende visibile nel suo agire misericordioso.

La Chiesa ha bisogno di questo Giubileo. “E’ necessario, afferma Papa Francesco, che nella nostra epoca di profondi cambiamenti la Chiesa offra il suo contributo specifico – quello che le è proprio – ”rendendo visibili i segni della presenza e della vicinanza di Dio. Ne va di mezzo la credibilità della Chiesa. Scrive Papa Francesco: “La tentazione di pretendere sempre e solo la giustizia ha fatto dimenticare che questa è il primo passo, necessario e indispensabile, ma la Chiesa ha bisogno di andare oltre per raggiungere una meta più alta e più significativa. … Senza la testimonianza del perdono … rimane solo una vita infeconda e sterile, come se si vivesse in un deserto desolato. E’ giunto di nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono, il tempo del ritorno all’essenziale per farci carico delle debolezze e delle difficoltà dei nostri fratelli. Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza”.

Questa è la nostra missione di cristiani. Per adempierla il Papa propone di vivere l’Anno Giubilare alla “luce della parola del Signore: Misericordiosi come il Padre e la riscoperta delle Opere di Misericordia corporali e spirituali.

Cosa è l’ indulgenza?

E’ il dono del Giubileo. Durante il Giubileo si chiede il perdono dei peccati ma anche l’indulgenza, cioè di essere sollevati e liberati da ogni castigo meritato per il male compiuto. Nella storia si è spesso abusato delle indulgenze, c’è stato chi pensava di poterle comperare e vendere come se si trattasse di una merce qualsiasi e non di un gratuito perdono concesso da Dio a seguito di un sincero pentimento. Oggi si è tornati al loro senso originario: l’indulgenza si ottiene purché sia accompagnata da gesti di preghiera e dall’impegno di cambiare.

Per vivere e ottenere l’indulgenza, ricorda il Papa, “i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa. Importante, poi, il Sacramento della Riconciliazione e la celebrazione Eucaristica, una riflessione sulla misericordia, la professione di fede e la preghiera per me e per le intenzioni che porto nel cuore.

Papa Francesco, infine, esorta: “Nell’itinerario giubilare, uniamoci con gioia e speranza al Canto di Maria, la Madre di Gesù, colei che più di ogni altra creatura “ha conosciuto la profondità del mistero di Dio fatto Uomo”.